Come abbiamo visto nel secondo articolo dedicato agli studi di Paul Bert, l’interesse per questa nuova tecnica di terapia è cresciuto rapidamente in tutta Europa con la costruzione di camere a pressione nella maggior parte delle principali città del continente.
La costruzione delle prime camere iperbariche venne modificata seguendo le differenti necessità del loro utilizzo: diventano trasportabili, costruite con materiali morbidi ma resistenti alla pressione.
Le raffigurazioni delle prime camere iperbariche mostrano una camera monoposto che offre la possibilità di compressione tramite un sistema, anch’esso trasportabile, di bombole esterne.
In basso, invece è raffigurato un reale scafandro utilizzando lo stesso procedimento tecnico per la compressione; si può notare come in entrambi i disegni una speciale catena esterna viene utilizzata per rendere più resistente alla pressione aumentata il materiale utilizzato.
Specialmente la seconda immagine dimostra chiaramente che a seguito delle scoperte di Bert sugli effetti dell’ossigeno e di Holdane sulla decompressione, la necessità di avere disponibile sul luogo di lavoro un sistema dedicato a curare eventuali embolie dei palombari era fortemente sentita.
Anche da oltre oceano verso Oshawa, Ontario e Canada arriva un importante contributo alla storia iperbarica con la realizzazione della prima camera iperbarica in Nord America nel 1860. Un anno dopo, viene costruita la prima camera iperbarica negli Stati Uniti, nello Stato di New York.
Si arriva quindi ai primi del 1900 precisamente nel 1920, anno in cui lo studio della terapia iperbarica negli Stati Uniti ha ricevuto la dovuta e diffusa attenzione. Secondo un articolo del 2008 scritto dal Dr. Emi Latham, Clinical Assistant Professor di Emergenza e Medicina Iperbarica presso l’Università della California a San Diego, il dottor Orville Cunningham, professore di anestesia, partecipò in quegli anni alla costruzione di quello che era conosciuto come il “Ball Ospedale Steel“.
La struttura, eretta nel 1928, era di 6 piani di altezza e 64 metri di diametro. L’ospedale è stato chiuso nel 1930 a causa della mancanza di prove scientifiche e demolito durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le pubblicazioni riguardanti la profondità, non più come attività ludica, ma puramente lavorativa cominciano ad essere presenti in maniera più frequente.
Vengono proposti manuali e “direttive” fino a quel momento impensabili realizzati tramite collaborazioni tra persone che non ricoprivano solo ruoli legati alla medicina.
A lato un manuale stampato a Londra che racchiude quelle che possiamo definire “le prime linee guida” per operatori subacquei in profondità e lavoratori che operano in aria compressa.
- Le prime due rappresentazioni sono state esportate dall’archivio/catalogo Draeger di Lubecca, anno 1917-1919
- Fonte dati gentilmente concessa dalla HDS Italia nella persona di Faustolo Rambelli, socio fondatore
Stefano Agnini
Staff tecnico camere iperbariche
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