Robot, automazione e intelligenza artificiale stanno prendendo sempre più piede nella nostra vita rivoluzionando tutti i settori incluso quello della subacquea. Le macchine intelligenti saranno in grado di svolgere in futuro anche i lavori che oggi gli uomini non riescono a svolgere. Un esempio su tutti sono i robot sottomarini che riescono ad operare a profondità inaccessibili per gli esseri umani. Comandati a distanza, questi sub ci aiutano a svolgere numerosi compiti: dal monitoraggio dei fondali, al recupero dei relitti o al rilevamento di mine e ordigni pericolosi. Dotati di tecnologie avanzate come sonar, magnetometri e bracci meccanici i robot vengono utilizzati non solo dagli enti di ricerca e dalla marina militare, ma anche dai diving center, dalle scuole di immersione e dalle aziende di allevamento ittico.
Un esempio di robot sottomarino che non disturba le creature acquatiche come balene e delfini che si orientano con l’ecolocalizzazione, è “Sepios”, un drone progettato dai ragazzi del Politecnico Federale di Zurigo (Svizzera) per l’esplorazione subacquea che si muove facendo ondulare le pinne di cui è dotato proprio come una seppia. Nel video che vi mostriamo potete notare come questo dispositivo si muova con estrema destrezza senza restare impigliato nelle alghe o nel fondale e senza disturbare gli abitanti del mare. Si può muovere in ogni direzione e i suoi movimenti sono precisi, silenziosi. Questa sua capacità di movimento, tipica dei molluschi, rende possibile il suo utilizzo in diversi settori, da quello del recupero del materiale sommerso alle operazioni al largo delle piattaforme petrolifere.
Senza lo studio dei movimenti ondulatori delle seppie e dei platelminti il design di Sepios non sarebbe stato cosi preciso. Questo dimostra il fatto che, sebbene i robot possano agevolarci nello svolgimento di determinate attività, la capacità critica di osservazione dell’uomo resta sempre e comunque fondamentale per analizzare e risolvere problemi di un certo tipo. E’ comunque, importante e fondamentale riconoscere che questi dispositivi, dotati di laser, luci e fotocamere, ci permetteranno sempre più di scendere nel profondo degli abissi per scoprire cosa vive al di là dei 100metri sotto la linea del mare.
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