PFO e subacquea: Matilde può ancora immergersi?
Buongiorno Dottore,
sono una ragazza di 24 anni che da piccola ha sofferto di emicrania che curavo con una semplice Tachipirina.
Con l’avvento del primo ciclo mestruale l’emicrania era però passata per tornare solo l’anno scorso con due piccoli episodi di emicrania con aura (solo disturbi visivi e poi mal di testa molto forte) dopo aver effettuato gite in montagna. Nel luglio 2016 ho avuto un attacco di emicrania con aura caratterizzato da ipoestesia all’emi-lingua, ipoestesia ed ipostenia al braccio sinistro,verosimile deficit del VII nervo cranico centrale omolateralmente, della durata di 40 minuti, con turbe al linguaggio e successivamente comparsa di cefalea frontale destra , intensa.
Ad agosto ho eseguito la risonanza magnetica encefalo che dimostrava area di alterato segnale in sede talamo anteriore destra. Ho poi eseguito doppler transcranico con contrasto gassoso con esito : passaggio di microbolle a livello della arteria cerebrale media destra, non in condizioni di riposo, ma solo durante manovra di valsalva (14 microbolle). In conclusione presenza di shunt destro -sinistro latente di medie dimensioni da probabile pervietà del forame ovale cardiaco.
Dopo averle descritto la mia situazione vorrei sapere se secondo lei posso frequentare il corso open level di sub per prendere il brevetto e in futuro, stando in profondità ridotte, effettuare immersioni oppure se non è consigliabile.
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
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Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buongiorno Matilde,
sull’argomento forame ovale pervio (PFO) e immersione non c’è unanimità di vedute nella comunità medico scientifica.
La presenza di un PFO di medie dimensioni, a mio avviso, non rappresenta una controindicazione assoluta all’immersione subacquea con autorespiratori, che potrebbe essere permessa agendo all’interno di regole di prudenza più rigide di quelle adottate dai subacquei che non abbiano questo fattore di rischio.
Queste regole prevedono di limitare la profondità massima ai -30m, di settare il computer subacqueo in modo da mantenere il coefficiente di massima saturazione entro il 70% del consentito, evitare le ripetute e multi day facendo, di fatto, una sola immersione al giorno e se possibile, utilizzare il nitrox.
Nel tuo caso, però, la cosa è più delicata perché mi riferisci un episodio acuto, associato ad emicrania, che fa pensare ad un attacco ischemico transitorio (TIA) potenzialmente conseguente ad un evento emboligeno correlato al PFO.
In questa situazione è mandatario indagare in maniera approfondita lo shunt, effettuando una visita cardiologica e un ecocardiogramma trans esofageo. Solo dopo queste indagini ci si potrà esprimere riguardo all’idoneità all’immersione subacquea e cosa più importante, riguardo all’indicazione a chiudere chirurgicamente il PFO, se venisse riscontrato.
Per ogni altro chiarimento non esitare a contattarmi.
Saluti
Ferruccio Di Donato
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