La spondilodiscite può tornare?
Buongiorno,
mia suocera è stata colpita dalla spondilodiscite.
La causa non è ancora chiara.
Ora per fortuna è guarita, ma continua ad avere fortissimi dolori.
Purtroppo vive nel terrore che quell’incubo ritorni. È possibile?
Aspetto vostre notizie
Grazie
Marta
3 Comments
Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno signora Marta,
mi dispiace per le sofferenze di sua suocera e spero di fornirle un aiuto nella mia risposta.
Per poter dare una risposta più completa sarebbe necessario conoscere altri dettagli, avere a disposizione gli accertamenti diagnostici e conoscere l’approccio terapeutico a cui sua suocera è stata sottoposta.
La spondilodiscite è un’infiammazione di un disco intervertebrale e delle vertebre vicine ed è di norma molto invalidante.
In generale le cause che portano a questa patologia sono di due tipi:
– origine infettiva: il passaggio di un batterio nel sangue nel corso di setticemia, infezione dentale, infezione intestinale, infezione della pelle, specifiche infezioni come la tubercolosi, intervento chirurgico (per esempio ernia del disco) o iniezione intradiscale di farmaci;
– di natura non infettiva: legate a un’infiammazione cronica correlata a un disturbo del sistema immunitario, spondiloartropatia o a una sindrome SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi, osteite).
Visto che ci dice che sua suocera è stata giudicata “guarita”, i dolori che tanto la affliggono probabilmente non sono dovuti alla spondilodiscite, ma a problematiche degenerative della colonna vertebrale che possono essere state determinate da questa patologia.
Per quanto riguarda la possibile recidiva, non essendo stata individuata la causa è difficile fare una previsione.
Il mio consiglio è quindi di proseguire con i controlli specialistici per monitorare l’evoluzione del quadro clinico attraverso la diagnostica per immagini appropriata (per esempio attraverso risonanza magnetica nucleare, tomografia a emissione di positroni PET o scintigrafia con fluoro desossiribosio) ed esami ematici per sviluppare, grazie a consulenze plurispecialistiche, un percorso riabilitativo e terapeutico appropriato.
Se i referti di risonanza magnetica evidenzieranno una sofferenza dei tessuti ossei dei dischi vertebrali dovuta a edema intraspongioso, fra i possibili responsabili della sintomatologia algica, si potrebbe considerare l’utilizzo dell’ossigenoterapia iperbarica come adiuvante al percorso terapeutico stabilito. Infatti le sue azioni antiedemigene e antinfiammatorie e possono essere di grande aiuto alla terapia antibiotica del caso.
Se ha bisogno di altre informazioni può contattare la nostra segreteria al numero 051 6061240.
Cari saluti
Dott. Luigi Santarella
Buongiorno, mio marito il 25 ottobre 2018 è stato operato di ernia del disco, e nell’intervento ha contratto la spondilodiscite ed è stato lesionato il nervo sciatico.
Fatto a suo tempo l’elettromiografia e riscontrato infatti nervo danneggiato da questa infezione.
Diagnosticata la spondilodiscite ha dovuto immediatamente indossare un busto rigido giorno e notte per tutta la durata della stessa infezione.
Ricoverato immediatamente con busto, ha passato un mese in ospedale per trovare la terapia antibiotica giusta e personalizzata.
La Terapia è stata fatta in ospedale con flebo e dimesso con terapia di più antibiotici 2 volte al giorn .
Fatti poi periodicamente vari controlli diagnostici e analisi del sangue PRC, che nel tempo andavano bene.
Ora però in data luglio 2020, sembra avere sempre di più formicolii alla gamba e piede e cedimenti del piede.
Che ci consigliate di fare oltre ripetere analisi e risonanza magnetica lombare?
Non può andare in questo modo.
Si può recuperare il nervo sciatico con terapie e quant’altro?
Grazie infinite, e porgo gentili saluti.
Attendo risposte
Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno Patrizia e grazie per il suo commento, ci dispiace apprendere del problema di suo marito.
Il quadro clinico sicuramente necessita di rivalutazione di RMN e di esami ematici per verificarne la stabilità.
Il quadro neurologico, alla luce dei nuovi esami, potrebbe giovarsi a fianco alle terapie riabilitative e farmacologiche, di ciclo OTI. Esistono lavori scientifici di miglioramento del quadro di danno periferico con l’ossigeno terapia iperbarica, visibili ai seguenti link:
• https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31135464/
• https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29217422/
È utile, inoltre, una valutazione globale del caso ed eventuale OTI.
Qualora avesse necessità di ulteriori informazioni non esiti a contattarci scrivendo a scrivici@iperbaricobologna.it.
Un caro saluto,
Luigi Santarella
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