Nel 1878 Paul Bert, pubblica La Pression Barometrique, un lavoro di 1000 pagine che contiene i suoi studi sulla fisiologia dei cambi della pressione barometrica. Egli affermò che la malattia della decompressione era dovuta alla formazione di azoto sotto forma di bolle, e suggerì una risalita graduale come un modo per prevenire il problema, inoltre spiegava, che il dolore articolare poteva essere alleviato da una ricompressione.
Quella che vedete qui a lato è la pagina originale del volume pubblicato da Bert; una raccolta delle prime “sensazioni” che collegavano l’iperbarismo, fino a quel momento visto solo come attività di immersione fine a se stessa, con la parte medica.
L’unione di queste differenti attività, apparentemente così diverse e lontane tra loro, avrebbe portato allo sviluppo delle immersioni, sia professionali che amatoriali, in maggiore sicurezza.
Nell’immagine successiva un disegno contenuto nella ricerca di Bert in cui si possono individuare:
A. Cilindri in lamiera bullonata, con oblò in vetro.
B. Cilindro a pressione “intermedio”; dove è possibile creare in anticipo il vuoto a 5 cm, al fine di ottenere una rapida diminuzione dentro i grandi cilindri.
C. Grande campana di vetro dove può essere creato, per mezzo del cilindro intermedio B, un vuoto istantaneo.
D. Stufa a carbone che, tramite il vapore prodotto, porta a pressione tutto il sistema.
P. Rubinetto con comunicazione con “C”.
R. Rubinetti che comunicano ciascuno con i cilindri “A”.
Inoltre sono presenti aperture e rubinetti che permettono il collegamento con l’interno della camera e per analizzare l’aria interna, prendere o passare attrezzatura; termometri ed altra strumentazione legata ad un più completo controllo di tutte le analisi necessarie durante la compressione.
In un primo momento sono state effettuate prove di tenuta e controllo delle variazioni del fisico umano tramite prelievi sanguigni sia a pressione ambiente che in iperbarismo.
Qualunque metodo operativo venisse utilizzato, questi diversi esperimenti mostrarono nella maniera più netta, la causa degli incidenti di decompressione e il mezzo per scongiurarli.
Gli studi del Dott. Paul Bert non si limitarono solo a questo, ma decise di sperimentare su se stesso i risultati ottenuti in precedenza.
Provò a simulare la situazione delle immersioni creando, tramite i cilindri sotto pressione, depressioni anche di piccola entità; questa variazione portava a provare piccoli malesseri.
Successivamente, per eliminare queste problematiche, si sottopose ad una ricompressione notando la completa eliminazione dei sintomi precedenti, respirando aria iperossigenata a pressione aumentata.
Citiamo un paragrafo dal libro “La Pression Barometrique“ e relativa traduzione:
“…Ho posizionato allora vicino a me, in un apparecchio, un grande sacco di gomma, contenente aria ben più ricca in ossigeno, nel caso la depressione dovesse essere più forte. L’immagine indica chiaramente il mio esperimento…”
Fonte dati gentilmente concessa dalla HDS Italia nella persona di Faustolo Rambelli, socio fondatore
Stefano Agnini
Staff tecnico camere iperbariche
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