Salve Dott. Di Donato,
ad inizio Novembre dopo la quinta applicazione di TENS ai trapezi e deltoidi per cervicalgie e cefalea, nella notte mi è sopraggiunto un sibilo alle orecchie che ancora adesso mi tormenta.
Cito le TENS, solo per precisare che è stato l’unica attività “anomala” rispetto alle normali attività quotidiane del mio lavoro da impiegato.
Quindi nessun mal d’orecchi i giorni precedenti alla comparsa degli acufeni, nè alcuna esposizione a forti rumori.
Ho contattato il curante, il quale mi ha tranquillizzato, dicendomi di assumere antinfiammatori e di controllare la pressione sanguigna (sono un iperteso) raddoppiando il farmaco da 8 a 16mg perché i valori si aggiravano attorno ai 145/95mmHg.
Poiché dopo una settimana i sintomi non miglioravano e specie la notte avevo difficoltà a dormire per via dei fastidiosi “fischi”, che nel silenzio diventano ancor più insopportabili, mi sono recato al PS, dove con esame audiometrico, mi hanno riscontrato una perdita dell’udito di circa 50dB all’orecchio destro. Calo che, oggettivamente, a me non sembrava di percepire così netto come mi era stato diagnosticato.
Il giorno dopo inizio il ricovero in Day Hospital con protocollo di fleboterapia di vasodilatatori e cortisone, per 6 giorni. Dimesso lunedi 13 u.s. con recupero dell’udito praticamente completo, permane però il fischio pressoché inalterato ancora oggi.
Alle dimissioni mi hanno suggerito e quindi rilasciato impegnative per test idoneità a ciclo in camera iperbarica e prescrizione di RMN cerebrale con/senza MdC.
RMN che ho eseguito e che non evidenzia alterazioni del tessuto nervoso e del sistema ventricolare e spazi liquorali. Normali le morfologie sellare e sovrasellare. Normale spessore, decorso e dei pacchetti stato acustico facciale, bilateralmente. Il referto poi però cita testualmente: “Si documenta immagine di 2 mm. al terzo medio del pacchetto stato acustico-facciale di destra, senza MDC impregnazione patologica dopo somministrazione di Gadolinio; il rilievo appare compatibile in prima ipotesi con una immagine di sommazione. Utile controllo evolutivo. Non alterazione alle strutture membranose dell’orecchio interno, bilateralmente. Non impregnazioni patologiche dopo somministrazione di Gadolinio”. Che significa?
Premetto che un episodio simile mi capitò esattamente dieci anni fa e anche allora nei giorni precedenti ebbi forti cervicalgie, anche allora con acufeni e perdita di udito dell’orecchio destro, ma non venni ricoverato, mi diedero solo una terapia cortisonica. Però ricordo che gli acufeni furono un po’ più sopportabili e scomparvero spontaneamente dopo un po’ di tempo.
Ora, visto che, dicono, l’udito è recuperato, vorrei sapere se per questo problema permangono le indicazioni della terapia iperbarica, ma vorrei anche sapere se esistono, e quali possono essere, eventuali controindicazioni alla terapia stessa.
A tal proposito, preciso che dalla nascita, ho un innalzamento dell’emidiaframma sinistro che mi sospinge il cuore a destra ed una conseguente mal posizione gastrica, cose che comunque fino ad oggi (58 anni/173cm./65 Kg.) non mi hanno compromesso le normali attività quotidiane né una moderata attività fisica.
Questa “malformazione congenita” mi venne diagnosticata già dall’infanzia, ma sentiti alcuni pareri di cardiochirurghi si decise di non intervenire chirurgicamente perché ritenuto allora intervento difficile e forse non necessario.
Può questa essere ritenuta una controindicazione alla terapia iperbarica?
Ringraziandola per l’attenzione attendo un suo cortese parere in merito.
Un cordiale saluto,
Fabio
Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buongiorno Fabio,
anche se ciò non le sarà di consolazione, sappia che il suo non è un caso anomalo.
È, purtroppo, frequente che compaia un ipoacusia improvvisa associata ad acufene, senza alcuna causa apparente.
Mentre l’ipertensione arteriosa può essere considerato un fattore di rischio, escluderei che la TENS possa aver avuto un ruolo nella genesi del problema.
Il reperto RM è normale e l’immagine di 2mm rilevata in corrispondenza del pacchetto acustico-facciale di destra sembrerebbe dovuta al solo sovrapporsi di immagini nelle sequenze studiate. In questi casi un controllo a distanza è doverosa prassi.
Per il trattamento dell’acufene che persiste dopo la risoluzione dell’ipoacusia, l’ossigeno terapia iperbarica è indicata e dovrebbe essere effettuata entro 3 mesi dall’esordio del problema. Più tempo trascorrerà prima dell’inizio della terapia e minore sarà la probabilità di assistere alla riduzione dell’intensità dell’acufene o alla sua scomparsa.
L’anomalia congenita al diaframma di cui riferisce non rappresenta una controindicazione all’ossigeno terapia iperbarica.
Spero di aver risposto in modo esauriente ai quesiti che mi ha posto.
Saluti
Ferruccio Di Donato
Leggi l’approfondimento:
RUOLO DELLA TERAPIA IPERBARICA NELLA CURA DELL’ACUFENE
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