Nel nostro corpo vi sono due diverse tipologie di vasi sanguigni: le arterie e le vene, le abbiamo studiate tutti sin dalle elementari ma vi rinfreschiamo un po’ la memoria per parlarvi della storia del paziente di oggi, il signor Sandro.
Le arterie partono dal cuore e portano il sangue in periferia a tutte le zone del nostro corpo, le vene invece raccolgono il sangue dalla periferia e lo riportano al cuore per poter poi ricominciare il viaggio ad ogni battito.
Il signor Sandro purtroppo soffre di una serie di patologie che hanno a che fare con la circolazione che hanno portato alla formazione di un aneurisma all’arteria di una delle gambe a livello del ginocchio. Si tratta di una dilatazione patologica di un vaso che può avere alcune complicanze: si può rompere oppure può formarsi un trombo che occlude il passaggio del sangue.
La posizione dell’aneurisma a livello del ginocchio è particolarmente pericolosa: si tratta della seconda sede più frequente in cui si può presentare in quanto il suo movimento provoca un contino trauma ai vasi si trovano a passare di li.
A dicembre purtroppo si è verificato un brutto episodio che ha portato il signor Sandro al Centro Iperbarico.
L’arteria già sofferente per l’aneurisma si è chiusa e si è interrotto il flusso di sangue che porta ossigeno e nutrimento al piede. L’intervento di riapertura del vaso, la rivascolarizzazione, è stato eseguito subito ma purtroppo la parte a valle dell’arteria occlusa era stata per troppo tempo senza ossigeno. Ciò aveva portato ad una conseguenza davvero brutta: una parte del piede era andata incontro a necrosi, cioè alla morte irreversibile delle cellule.
In casi come questi purtroppo l’unico intervento consigliato è l’amputazione della parte senza vita del piede, ma è proprio qui che la terapia iperbarica si rende utile.
La respirazione dell’ossigeno in pressione in situazioni come questa, cioè di un trauma ischemico, può portare a moltissimi diversi benefici.
Innanzitutto permette di demarcare in modo netto e ben visibile per il chirurgo la zona ancora vitale da quella da amputare, semplificando il lavoro in sala operatoria. Ha poi un effetto antiedemigeno; cioè “sgonfia” la gamba che ha riportato il trauma aiutando a portare via i liquidi in eccesso. Inoltre ha un’azione batteriostatica e battericida e una funzione profilattica per favorire la cicatrizzazione post intervento.
Il ruolo più importante dell’ossigenoterapia è però quella di supporto alla rivascolarizzazione.
Un arto che ha subito un’interruzione del flusso sanguigno, anche dopo esser stato rivascolarizzato, ha un certo grado di sofferenza e alcune volte il chirurgo decide di non eliminare soltanto la parte andata in necrosi e non più vitale ma amputare a livello della gamba; alcune volte arriva ad amputare addirittura sopra il ginocchio. Questo per non rischiare di effettuare più interventi e far soffrire per più volte e più tempo il paziente anche se la conseguenza è un’invalidità molto importante.
La terapia iperbarica svolge una funzione di prevenzione per possibili complicanze in interventi che prevedono una chirurgia conservativa del piede e mirano a mantenerne l’appoggio, si ottiene così un risultato migliore per quanto riguarda la qualità della vita.
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