L’OTI nel trattamento dell’edema della spongiosa ossea
Salve, mi chiamo Simona, sono una Fisioterapista e lavoro in provincia di Modena.
Seguo una ragazza di 17 anni che pratica sci a livello Agonistico, che presenta un dolore importante nella regione glutea dx da 1 mese circa; da indagine RMN del bacino, si riscontra un edema della spongiosa ossea dell’osso iliaco a sede infero-posteriore.
In realtà la ragazza è ferma dall’attività sportiva da 2 mesi almeno per il recupero da un precedente trauma da caduta sugli sci, che non aveva però coinvolto la regione interessata.
Una collega fisiatra che l’ha visitata le ha consigliato 40 sedute di camera iperbarica; io sinceramente non ero a conoscenza di questa indicazione terapeutica.
Vi sarei grata di un vostro commento al riguardo.
Grazie.
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Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno Simona,
grazie per l’attenzione e la propositività.
Lo sviluppo dell’edema intraspongioso può essere dovuto a numerose cause: in questo caso la più probabile è quella traumatica e determina una progressiva ostruzione della rete vascolare dell’osso; la conseguenza diretta è la crescente sofferenza dell’osso con sviluppo di dolore e sofferenza tissutale.
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) è un’eccellente terapia nel trattamento dell’edema intraosseo, grazie alle sue azioni antinfiammatorie ed antiedemigene ed i primi segni di efficacia dell’OTI si evidenziano con la riduzione del dolore.
Il percorso terapeutico previsto dal Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale dell’Ausl Bologna prevede un ciclo massimo di 90 sedute diviso in un primo ciclo di 50 sedute da effettuare quotidianamente dal lunedì al venerdì e uno successivo di consolidamento di 40 sedute, ove ritenuto necessario dopo risonanza magnetica di controllo e rivalutazione ortopedico/fisiatrica.
L’erogazione dell’OTI per questa patologia avviene tramite Sistema Sanitario Nazionale, previa prescrizione da parte dello specialista di branca.
Il mio consiglio, quindi, concorda con l’appropriata indicazione della collega fisiatra: a fianco della terapia riabilitativa, l’OTI si inserisce nel percorso di guarigione della patologia da cui è affetta la ragazza che segue ed essendo un approccio non invasivo è caldamente consigliato.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto,
Luigi Santarella
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