Frattura al calcagno: finirà l’odissea di Paola?
Buongiorno
un anno fa sono caduta da 2 mt di altezza e mi sono provocata una frattura al calcagno destro.
Sono stata operata il 18 ottobre in osteosintesi con placca e viti.
In luglio insorgono problemi di pelle e gli ortopedici mi danno amoxicillina e decidono di togliere placca e viti per non rischiare una infezione all’osso.
Purtroppo dopo un mese dal secondo intervento il piede si rigonfia con edema molto rosso e vesciche secernenti.
Faccio un altra cura antibiotica: il piede si sgonfia e le vesciche scompaiono ma rimane l’edema.
L’infettivologa del Santa Maria di Reggio Emilia mi prescrive una risonanza dalla quale si evince una piccola focalità tondeggiante di 7 mm caratterizzata da livello fluido/fluido contestuale di verosimile natura flogistico/infettiva posta all’estremo distale della cavità sede di transito del mezzo di sintesi con ulteriore piccola raccolta flogistico/infettiva contenente materiale iperproteico di 7 mm ..ecc
Cosa posso fare? Può essermi d’aiuto l’ossigenoterapia iperbarica?
Paola
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Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno Paola,
sono dispiaciuto per le sofferenze che stai affrontando e cercherò di darti qualche utile consiglio.
Il quadro clinico che ci presenti sembra evidenziare la persistenza di fenomeni flogistico- infettivi nella sede dell’intervento di osteosintesi.
Considerando questo è importante sviluppare, come mi sembra di capire stia già succedendo, un percorso terapeutico multidisciplinare che comprenda la collaborazione di specialisti infettivologi, ortopedici e medici iperbarici.
Infatti è importante inquadrare al meglio lo stato e l’estensione dei tessuti coinvolti per preparare un programma terapeutico adeguato.
È importante concordare una rivalutazione ortopedica in stretta collaborazione con gli infettivologi per un eventuale intervento di toelette chirurgica e un’antibioticoterapia mirata.
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) s’inserisce a pieno titolo in questo percorso grazie alle sue azioni batteriostatiche e battericide, ha un effetto adiuvante sulla terapia antibiotica e potenzia i fenomeni riparativi delle ossa e dei tessuti molli.
Per queste ragioni solitamente il percorso terapeutico potrebbe prevedere un ciclo di ossigenoterapia iperbarica iniziale seguito da rivalutazione ortopedica /infettivologica per un eventuale intervento di toelette chirurgica seguito da un altro ciclo di ossigenoterapia iperbarica di consolidamento.
Il mio consiglio quindi è di affidarti agli specialisti che ti hanno in carico e sviluppare un percorso terapeutico adeguato in cui l’ossigenoterapia iperbarica può fungere a pieno titolo da terapia adiuvante.
Se ti servono altre informazioni puoi contattarci al numero della nostra segreteria 051 6061240.
Un grande in bocca al lupo
Cari saluti
Dott. Luigi Santarella
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