Forame ovale Pervio: come si verifica?
Salve,
vorrei informazioni per l’esame che verifica la presenza del forame ovale pervio in forma preventiva, in quanto sono una subacquea.
Mi interesserebbe avere informazioni per tempi, costi e svolgimento dell’esame.
Grazie,
Marica
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Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buon giorno Marica.
La prima cosa da dire riguardo al PFO è che non è necessario ricercarlo nelle persone in buone condizioni di salute solo perché praticano immersioni con autorespiratori.
Le regole per rendere sicura l’immersione subacquea amatoriale, ovvero quella effettuata respirando aria o nitrox entro i limiti della curva di sicurezza, sono semplici e a tutti note; purtroppo, sono spessissimo disattese, con il conseguente aumento del rischio di insorgenza di PDD.
Prima di parlare di PFO gioverà ricordare alcune norme di prudenza che se disattese non rappresentano una violazione delle procedure di decompressione, ma sicuramente, aumentano il rischio di incorrere nella PDD.
1. Immergersi in buone condizioni di salute e con attrezzatura adeguata all’attività che si va a praticare;
2. avere capacità tecniche adeguate al tipo di immersione che si desidera effettuare (se ho fatto 10 immersioni in tutto, anche se l’istruttore mi ha detto che sono bravo, non sarà il caso di andare a vedere gli squali a – 40 m, facendo un’immersione quadra, magari in corrente!)
3. La massima profondità va raggiunta all’inizio dell’immersione, poi, quando inizia la risalita si deve seguire un profilo lineare e non a yo yo, nemmeno se si dovesse incontrare qualche metro sotto di noi una bella cernia da fotografare!
4. Quando si fanno più immersioni in un giorno, la prima dovrà essere la più profonda, poco importa se il vento, la corrente la topografia della costa rendono più comodo fare il contrario.
5. Quando si fanno più immersioni in un giorno, l’intervallo in superficie deve essere adeguato, un ora basta solo per rispettare le tabelle, ma si deve ricordare che più l’intervallo è breve più il rischio aumenta. Se poi si fanno più di 2 immersioni nello stesso giorno, i rischi diventano ancora maggiori. Oggi, è molto frequente trovare diving che propongono 2 immersioni nella stessa mattina con intervallo in superficie brevissimo; il fatto che sia comodo e conveniente non significa che sia anche sicuro.
6. Quando si fanno più immersioni in un giorno, è bene non portarsi sempre al limite della curva di sicurezza. Il computer lavora con un modello matematico che non tiene conto dei mutamenti fisiologici del nostro organismo.
7. Quando si fanno immersioni subacquee bisogna essere riposati, idratati e adeguatamente nutriti, anche se siamo in vacanza e non vogliamo rinunciare a cene gustose e nottate con amici.
Potremmo continuare ancora, me veniamo alla ricerca del PFO.
Per ricercare il PFO in maniera incruenta si deve effettuare un ecodoppler trans cranico con contrasto o un ecocardiogramma trans toracico con contrasto.
Cosa sono, di fatto, questi esami?
Sono entrambi esami che si eseguono con un apparecchiatura ad ultrasuoni; l’ecodoppler trans cranico indaga il flusso sanguigno nei vasi cerebrali (arteria cerebrale media) mentre l’ecocardiogramma altro non è che un ecografia del cuore.
Il contrasto è, in entrambi i casi, un mix di soluzione fisiologica (8cc) e aria (2cc) mischiate insieme.
La prima indagine è una valutazione indiretta del PFO, perché ricerca la presenza di bollicine d’aria nelle arterie cerebrali dopo che il contrasto è stato iniettato nella vena del braccio durante l’esecuzione di una manovra di Valsalva.
La seconda indagine si esegue nello stesso modo, ma con l’ecografia si osservano direttamente le camere cardiache, nello specifico, gli atri. Benché l’ecocardiogramma trans toracico con contrasto sia un’indagine diretta, non permette comunque, di misurare la dimensione di un’eventuale PFO, ma solo di osservare la quantità di bolle che passa attraverso la soluzione di continuità interatriale.
Quando si fosse individuato un ampio shunt di bolle da dx a sx, per la valutazione completa del PFO si può effettuare l’ecocardiogramma trans esofageo, ovvero un ecografia del cuore con sonda esplorante in esofago (un po’ come se si facesse una gastroscopia).
Quest’ultima indagine viene effettuata per il giudizio di operabilità e per la valutazione pre chirurgica.
I protocolli del SSR dell’Emilia Romagna prevedono la ricerca del PFO mediante ecocardiogramma trans esofageo solo in esiti di eventi ischemici cerebrali non giustificati da altra patologia.
Il subacqueo che voglia effettuare queste indagini a scopo di screeing, dovrebbe effettuare una o entrambe le indagini non cruente e valutare con il Medico subacqueo l’opportunità di approfondire con il trans esofageo.
In questo caso, la valutazione finale verrà presa collegialmente, consultando anche il cardiologo.
Al Centro iperbarico di Bologna non effettuiamo queste indagini, che prescriviamo presso le cardiologie presenti sul territorio.
Per altre informazioni, rimango a tua disposizione.
Saluti
Ferruccio Di Donato
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