Sindrome di Ménière: cos’è e quali sono le possibili cause?
La sindrome di Ménière è una malattia dell’orecchio interno, caratterizzata da una tipica triade sintomatologica:
- vertigini oggettive (violente di tipo rotatorio);
- ipoacusia neurosensoriale;
- acufeni soggettivi e senso di pienezza auricolare (fullness) nell’orecchio interessato.
La durata della crisi è normalmente di alcune ore ma può variare di molto, così come la frequenza di manifestazione. In alcuni casi poi l’instabilità persiste anche dopo l’attacco acuto.
La diagnosi di Malattia di Ménière non è sempre facile, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, per la variabilità con la quale i diversi sintomi si presentano. La monolateralità dei disturbi aiuta la diagnosi in fase iniziale mentre non è raro nelle fasi avanzate l’interessamento di entrambe le orecchie. Spesso le vertigini sono accompagnate da segni neurovegetativi quali nausea e vomito e diventano pertanto particolarmente invalidanti per il Paziente, che spesso incorre in ansia anticipatoria per la paura di una nuova crisi.
Questa patologia interessa approssimativamente lo 0,2% della popolazione e, come abbiamo accennato prima, inizia in genere da un lato ma esiste una probabilità del 50% che nell’arco dei 30 anni successivi possa interessare anche l’altro orecchio.
La causa della malattia è sostanzialmente ancora sconosciuta. La manifestazione principale è l’idrope endolinfatica, ovvero la dilatazione del labirinto membranoso in cui si ritiene esista un disequilibrio tra la produzione e il riassorbimento del liquido endolinfatico.
Importante sottolineare che esistono condizioni di idrope endolinfatica senza malattia di Ménière, al contrario quest’ultima è sempre accompagnata da tale condizione patologica.
È verosimile che molte siano le cause che possono determinare l’idrope endolinfatica e che, in alcuni casi, si manifesti come malattia di Ménière conclamata. Verosimilmente esiste una predisposizione genetica e fattori scatenanti autoimmunitari, virali e metabolici.
La diagnosi della sindrome o malattia di Menière e le possibili cure
La diagnosi di malattia di Ménière è clinica, ovvero stabilita dal medico specialista sulla base dei dati anamnestici (storia clinica del paziente), dall’esame obiettivo e dagli esami strumentali (esame audiometrico tonale, vocale, impedenzometria). Sulla base di una prima valutazione si possono successivamente prescrivere altri esami specialistici mirati (potenziali evocati uditivi, risonanza magnetica cerebrale) per escludere altre patologie più gravi (neurinoma dell’acustico, tumori, patologie degenerative o vascolari).
La terapia per la malattia di Ménière è differente nel caso si debba trattare un attacco acuto (diuretici osmotici, antiemetici, istaminosimili, sedativi, cortisonici) o controllare la patologia nelle fasi intercritiche (sostanzialmente norme di igiene alimentare per mantenere in buon equilibrio idrosalino nell’organismo). Nel caso in cui la terapia dietetica e farmacologica non permettano un adeguato controllo della malattia esistono anche trattamenti chirurgici che funzionalmente o direttamente bloccano l’attività del sistema vestibolare nelle sue afferenze al sistema nervoso centrale.
È importante infine integrare il trattamento e la riabilitazione per i sintomi e le condizioni associate (acufeni e ipoacusia).
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E la terapia iperbarica?
Le linee guida della SIMSI (società italiana di medicina subacquea e iperbarica) del 2015 ci dicono che:
“le variazioni di pressione esterna determinano variazioni di volume nell’orecchio medio. Grazie all’introflessione/estroflessione della membrana timpanica, attraverso la catena degli ossicini si vengono a determinare onde di pressione nel comparto perilinfatico (orecchio interno); queste si trasferiscono quindi nel comparto endolinfatico, facilitando il flusso dell’endolinfa verso gli spazi aracnoidali, attraverso il sacco endolinfatico” e su queste basi sono nati alcuni protocolli terapeutici.
In alcune regioni la terapia iperbarica per questo tipo di condizione è compresa nei percorsi diagnostico terapeutici e può essere prescritta tramite SSN, purtroppo non è il caso dell’Emilia Romagna.
Tuttavia anche nella nostra realtà l’OTI viene somministrata in pazienti affetti da malattia di Meniere o, più in generale, da idrope endolinfatica. Con le giuste premesse e in pazienti selezionati, l‘OTI potrebbe essere un buon indirizzo terapeutico nelle fasi acute ma anche in quelle intercritiche per sostenere la funzione cocleare riducendo frequenza e intensità delle ricadute. Solitamente si comincia con un ciclo OTI di “attacco” seguito da sedute di richiamo da ripetersi nei mesi successivi al fine di stabilizzare la patologia.
Dott.ssa Lisa Gamberini
Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Bologna
Ordine dei Medici Chirurghi di Bologna N° 17290
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