Abbiamo visto il tragitto dell’acqua dal serbatoio fino alla camera iperbarica, l’elettrovalvola che si apre quando si preme il pulsante di azionamento dell’impianto antincendio e il suo by-pass manuale.
Oggi ci concentriamo su un aspetto diverso dell’acqua che ha sempre a che fare con la sicurezza del sistema antincendio.
Chi ha fatto un corso con i Vigili del Fuoco lo conosce bene: è il principio base che viene insegnato, il triangolo del fuoco.
No, non è uno spettacolo circense, sono i tre fondamenti di come si può sprigionare una fiamma.
Ci deve essere del combustibile, un innesco e del comburente.
Per limitare al massimo il pericolo che si sviluppi una fiamma in camera iperbarica teniamo a minimizzare i tre parametri, ecco come facciamo!
Combustibile: tutto ciò che può bruciare. Purtroppo non possiamo eliminare completamente tutti i materiali che possono bruciare: dovremo avere delle camere iperbariche vuote senza nemmeno i pazienti! Però possiamo limitare la quantità di materiale che si porta all’interno della camera.
Ogni paziente deve lasciare tutti gli indumenti e le borse negli appositi armadietti e arrivare all’ingresso della camera iperbarica con lo stretto indispensabile. Altra misura di sicurezza è quella di consentire di portare una sola rivista o libro o quotidiano per persona, anche questa è un’accortezza per minimizzare la quantità di materiale “combustibile” presente durante la terapia.
Innesco: tutto ciò che può scatenare l’incendio. Per prevenire questo elemento all’interno della camera iperbarica è vietato portare accendini, oggetti che provocano fiamme, apparecchi a batteria. Prima di entrare ad ogni paziente è dato un camice di cotone che va a coprire eventuali indumenti di lana o sintetici. Infine, proprio all’entrata nella camera, ognuno deve toccare una piastra collegata all’impianto di terra così da scaricare eventuali cariche elettrostatiche (a chi non è capitato di scendere dalla macchina e prendere la scossa toccando la portiera!)
Comburente: senza quest’ultimo componente una fiamma non può formarsi e normalmente è l’ossigeno. La nostra terapia si svolge utilizzando appunto l’ossigeno ed è per questo che la sua percentuale (normalmente nell’aria ambiente è il 21%) è rigidamente controllata e non può superare il 23%. In caso di incendio però bisogna interrompere immediatamente anche l’afflusso dell’ossigeno al 100% per i pazienti e naturalmente non possiamo lasciarli senza aria. Per questo motivo lungo la linea dell’ossigeno ci sono due elettrovalvole: in caso di pressione da parte del pulsante per l’attivazione dell’impianto , queste bloccano immediatamente l’arrivo dell’ossigeno e immettono nel circuito aria medicale.
Come potete vedere prendiamo tutte le precauzioni possibili e utilizziamo le ultime tecnologie disponibili per garantirvi sempre il massimo della sicurezza all’interno della camera iperbarica!
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