Buongiorno dottori, ho eseguito una RM delle articolazioni coxofemorali destra e sinistra e mi è stata diagnosticato un focolaio osteonecrotico della porzione cefalica in sede polare superiore bilaterale (osteonecrosi coxofemorale bilaterale).
È presente uno sfumato edema reattivo a sinistra della componente perinecrotica, con parziale perdita da questo lato, della sfericità femorale. I focolai osteonecrotici attualmente sono di tipo stabile, in fase di evoluzione fibrocicatriziale ed è presente bilateralmente una minima falda di versamento articolare.
Vi è una netta riduzione dell’interlinea articolare coxofemorale in sede polare superiore. È presente un aspetto di irregolarità del profilo osseo delle articolazioni sacro-iliache con areole di rarefazione pseudocistica sottocorticale sul versante sacrale e iliaco, in modo più evidente a dx di natura geodica circondata da orletto ipotensivo di tipo sclerotico.
La richiesta è se allo stato attuale, è possibile prendere in carico il mio caso, con ulteriori approfondimenti e visita da parte del Vs Staff, per rallentare il processo di osteonecrosi.
Cordialmente,
Annalisa
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Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno e grazie per l’attenzione,
il quadro da Lei riferito, per quanto sia sempre difficile dare un consiglio con solo il referto di RMN, sembrerebbe un quadro di osteonecrosi bilaterale con concomitante degenerazione artrosica avanzata delle articolazioni femorali maggiore a sinistra.
Per avere un quadro il più completo possibile e poterla valutare nel migliore dei modi è necessario inquadrare il referto di RMN e le immagini alla sua condizione clinica, la sintomatologia, l’età e le eventuali comorbilità.
Le indicazioni all’ossigeno terapia iperbarica (OTI) in questa patologia sono limitate dalla gradazione del danno: in presenza di deformazione della testa femorale si ritiene OTI non più efficace in un percorso terapeutico che possa portare a guarigione, ma viene limitato l’uso a quei casi specifici in cui non ci siano opzioni terapeutiche alternative disponibili con l’obbiettivo prettamente antalgico e di stabilizzazione.
Il mio consiglio quindi è di valutare a 360 la sua clinica con gli specialisti che la seguono, e con noi se vorrà, per considerare la possibilità di OTI alla luce di quanto emerso.
Qualora avessi necessità di ulteriori informazioni non esiti a contattarci scrivendo a scrivici@iperbaricobologna.it.
Un caro saluto,
Luigi Santarella
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