L’Osteonecrosi alla testa del femore è una patologia degenerativa dell’osso spugnoso, assai invalidante, che causa vivo dolore, limita i movimenti dell’articolazione e la possibilità di caricare l’arto colpito.
Il trattamento conservativo si basa, principalmente sulla riduzione del carico mediante l’uso di 2 antibrachiali (stampelle) sull’impiego di farmaci (bifosfonati e Vitamina D) e sull’ossigeno terapia iperbarica.
In mancanza di trattamenti efficaci, l’osteonecrosi della testa del femore porta alla perdita definitiva della funzione articolare e richiede l’intervento chirurgico per l’inserimento di una protesi d’anca.
Il meccanismo fisiopatologico che sta alla base dell’osteonecrosi è, in ultima analisi, ascrivibile ad una sofferenza ischemica, cioè ad un insufficiente afflusso di sangue all’osso colpito con conseguente sofferenza e morte cellulare, ovvero “necrosi ossea”.
Molte sono le condizioni che possono innescare questo processo patologico; le più frequentemente riscontrate sono i traumi, gli effetti collaterali del cortisone, prescritto per altre patologie, l’abuso di alcool e il fumo di sigaretta; a volte l’osteonecrosi della testa del femore può essere secondaria ad un’altra patologia.
L’osteonecrosi alla testa del femore viene classificata utilizzando la classificazione di “Steinberg” che individua 6 stadi di gravità, ciascuno dei quali è, a sua volta, suddiviso in 3 livelli (A, B, C) in ragione dell’estensione del processo morboso sulla testa femorale.
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) è un’efficace terapia conservativa utilizzabile nei primi 3 stadi della classificazione di Steinberg, ovvero fin tanto che la testa femorale non ha perduto la sua forma sferica (profilo articolare conservato); come chiaramente esplicitato dai protocolli terapeutici per l’utilizzo dell’ossigeno terapia iperbarica della Ausl di Bologna.
L’OTI viene effettuata con l’obbiettivo di condurre alla guarigione clinica e radiologica della patologia, nei casi più lievi e a stabilizzarla nei casi più avanzati, evitando o dilazionando l’intervento di artroprotesi.
Per il miglior utilizzo dell’ossigeno terapia iperbarica è fondamentale un approccio multidisciplinare, che veda coinvolto lo specialista ortopedico, il fisiatra e il medico iperbarico.
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OSTEONECROSI ASETTICA O VASCOLARE
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