Anna soffriva di osteonecrosi all’anca di livello due, grazie alla terapia iperbarica sta meglio e può tornare alle sue attività
Anna è una signora Bolognese sempre indaffarata che tiene molto a mantenere sempre in ordine la casa e che non si ferma proprio un momento: supermercato, fruttivendolo, panettiere e poi di corsa a preparare il pranzo; e dopo aver lavato i piatti il suo tour ricomincia con sprint.
Potete capire che cosa ha significato per una signora così attiva ritrovarsi da un giorno all’altro ad avere un forte dolore all’anca sinistra, un dolore che non passa, che nemmeno gli antiinfiammatori riescono a diminuire. Anna non ha mai amato lamentarsi ma in questo caso proprio non riesce a evitarlo, il dolore è costante, pesante, e inizia anche ad avere delle difficoltà a camminare.
Decide di contattare uno specialista, la situazione è davvero insostenibile e non può sopportare di sentirsi continuamente limitata in tutte le sue faccende.
L’ortopedico le prescrive una risonanza magnetica, un esame che serve a valutare la presenza di sofferenza ossea o di problemi dei tessuti molli circostanti. Una volta visionati i risultati l’ortopedico prescrive subito ad Anna un ciclo di terapia iperbarica.
La risonanza infatti presenta un quadro di coxalgia (dolore all’articolazione dell’anca) compatibile con una osteonecrosi stadiata al secondo della classificazione di Steinberg.
Si tratta di un ordinamento che descrive la gravità della necrosi, nato per la stadiazione della necrosi asettica della testa del femore ma attualmente viene usata anche nelle necrosi di altri distretti. Nel caso specifico della signora Anna, il livello due indica che sono in atto della modificazioni sclerotiche o lesioni cistiche, per questo motivo il suo ortopedico le ha da subito consigliato la terapia iperbarica.
L’ossigenoterapia iperbarica è in grado di incidere in maniera determinante sul metabolismo dell’osso, infatti:
- aumenta in maniera importante la presenza del gas nei fluidi dell’osso sofferente impedendo un ulteriore danno alle cellule,
- ha un effetto antiedemigeno (diminuisce cioè la presenza di liquido nei tessuti) diretto e indiretto che riduce la tensione all’interno dell’osso e della relativa articolazione ristabilendo così le condizioni ottimali di circolo e riducendo in maniera importante il dolore
- induce la neovascolarizzazione,
- ha un effetto antinfiammatorio e mobilizza le cellule staminali del midollo osseo.
La signora Anna decide di contattare il Centro Iperbarico di Bologna, dove già suo cognato aveva fatto delle terapie qualche anno fa: sapeva di andare sul sicuro, il cognato Franco era stato entusiasta del risultato ottenuto per la sua patologia.
Anna ora sta seguendo alcuni cicli di terapia e giorno dopo giorno affronta sempre con un gran sorriso le cure a cui si sottopone: in quel sorriso si scorge la voglia di tornare a “correre” proprio come faceva prima, sempre indaffarata e felice e noi non vediamo l’ora che possa tornare ad occuparsi della sua casa e di tutte le sue faccende.
Forza Anna, siamo con te!
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