Tema caldo: l’ossigeno terapia iperbarica (OTI) fra le possibili opzioni terapeutiche nella gestione delle malattie infiammatorie intestinali (inflammatory bowel disease – IBD).
Questo temibile gruppo di patologie è caratterizzato da infiammazione cronica del tratto gastrointestinale che interessa elettivamente l’intestino crasso (rettocolite ulcerosa o colite ulcerativa) o qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’ano (malattia di Crohn).
Le manifestazioni più comuni di queste patologie sono:
- diarrea ematica causata da ulcerazioni delle pareti del tratto gastro intestinale, spesso accompagnata da dolori e crampi addominali, quando localizzata nel tratto digerente;
- afte e fistole quando localizzata nella bocca.
Come si evince dalla sintomatologia di queste patologie e dall’andamento ricorrente delle fasi acute si può intuire che impatto importante abbiano nella qualità della vita delle persone affette.
Le ipotesi riguardo lo sviluppo di queste malattie non sono ancora completamente ben definite; si ritiene che vi possa essere un coinvolgimento multifattoriale e un’alterazione del sistema immunitario con lo sviluppo di infiammazione cronica, come concausa importante.
Numerosi sono i progressi scientifici nella gestione di queste patologie e che spesso prevedono trattamenti a gradino in base alla risposta terapeutica con farmaci sempre più potenti, come gli anticorpi monoclonali e altre terapie emergenti.
Cosa ci dice la letteratura scientifica nel trattamento delle malattie infiammatorie intestinali?
Nell’ambito della ricerca scientifica forte interesse sembra avere negli ultimi tempi l’ossigeno terapia iperbarica (OTI).
I meccanismi fisiologici di OTI sembrano avere numerosi punti in comune con la fisiopatologia delle malattie infiammatorie intestinali, affinità che ne dettano il razionale del suo utilizzo:
- il miglioramento della perfusione nel quadro di ipossia nei tessuti infiammati;
- lo stimolo alla riparazione tissutale e la mobilizzazione delle cellule staminali;
- le capacità battericide e batteriostatiche;
- le azioni antiedemigene e di modulazione della reazione infiammatoria e immunitaria.
Ciò è evidente dalla recente pubblicazione di tre revisioni sistematiche e metanalisi:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34003289/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33905214/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34349835/
In queste tre revisioni sistematiche l’ossigeno terapia iperbarica (OTI) è stata valutata analizzando gli studi scientifici che avevano utilizzato OTI nelle varie entità nosologiche delle IBD e nel trattamento delle complicanze come le pouchiti (infiammazione delle stomie, permanenti o temporanee, derivate da approcci chirurgici a queste malattie).
La qualità degli studi analizzati è preponderante per la valutazione di OTI nelle coliti ulcerative, dove la maggior parte degli studi sono trial clinici. Negli altri fenotipi delle malattie infiammatori intestinali gli studi valutati sono più deboli.
Per quanto riguarda le manifestazioni del lume nella malattia di Crohn due studi non controllati (250 pazienti) mostrano alla metanalisi un tasso di risposta a OTI del 86%.
Gli studi che valutano OTI nel trattamento di fistole luminali o perianali nella malattia di Crohn sono 10 di tipo osservazionale non controllato, l’analisi mostra risposta terapeutica efficace nel 75% e una remissione clinica del 55% dei pazienti affetti.
Il trattamento di complicanze che coinvolgono le stomie (per esempio infezioni refrattarie, fistole, ulcere ischemiche) con OTI viene valutato in due studi retrospettivi (68 pazienti) la cui analisi mostra risposta terapeutica efficace nel 65% e una remissione clinica del 31% dei pazienti affetti.
In ultimo vengono valutati gli studi che trattano con OTI per manifestazioni dermatologiche correlate alle malattie infiammatorie intestinali (pioderma gangrenoso e complicanze metastatiche della malattia di Crohn/sinus perianale in esiti di proctectomia); tre studi non controllati con pochi partecipanti (12) mostrano promettenti risposte terapeutiche.
I risultati delle prime due metanalisi a riguardo di OTI nella colite ulcerativa (valutano 3 trials clinici) mostrano che un ciclo OTI (da 5 a 40 sedute effettuate) determina risposta terapeutica efficace nell’86% e una remissione clinica del 67% dei pazienti affetti da quadri clinici da moderato a severo refrattari alle terapie standard.
La terza e più recente metanalisi pubblicata si focalizza solo su OTI e colite ulcerativa attraverso l’analisi di 13 trials clinici mostra come OTI associata alle terapie standard determini un miglioramento dei tassi di remissione della malattia [risk ratio (RR)=1.62; 95% intervallo di confidenza (CI) 1.42 a 1.84; p < 0.001] e della risposta clinica (RR=1.29; 95% CI da 1.21 a 1.38; p < 0.001), e una riduzione della recrudescenza di malattia secondo score specifici [standard mean difference (SMD)= -1.19; 95%CI da -1.74 a -0.65; p < 0.001].
Viene rilevato ulteriormente, a conferma dell’azione immunomodulante di OTI, un calo sierico delle citochine pro infiammatori: tumor necrosis factor-α (SMD= -1.96; 95%CI da -2.50 a -1.41; p < 0.001) e interleuchina (IL)-6 (SMD= -2.49; 95% CI da -2.84 a -2.15; p < 0.001), e un aumento di interleuchina IL-10 (citochina che riduce l’infiammazione) (SMD=2.40; 95% CI da 0.68 a 4.12; p = 0.006).
Queste nuove evidenze rafforzano la convinzione che OTI, in particolari setting terapeutici, soprattutto quando vi sia scarsa risposta alle terapie standard, possa essere una possibile opzione terapeutica.
Serviranno ovviamente ulteriori conferme scientifiche ma la direzione dell’interesse verso OTI fra le opzioni terapeutiche alle malattie infiammatorie intestinali sembra avviata.
Dott. Luigi Santarella
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea e Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
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