Continuiamo a esplorare insieme la linea dell’ossigeno. Dopo il serbatoio criogenico dove l’ossigeno è immagazzinato allo stato liquido troviamo il riscaldatore atmosferico, quello che più comunemente viene chiamato “evaporatore” perché serve a trasformare il fluido liquido freddo in fluido gassoso a una temperatura prossima a quella ambiente.
Come avviene la trasformazione?
L’ossigeno liquido esce da una valvola posta sul serbatoio appena il sistema ne fa richiesta: cioè ogni volta che un paziente inspira ossigeno dentro la camera iperbarica. L’inspirazione crea diminuzione della pressione nel sistema e questo ammanco viene subito reintegrato dalla fuoriuscita di nuovo ossigeno dal serbatoio.
Naturalmente non è consigliabile far respirare ossigeno a -180°, per questo motivo di fianco al serbatoio c’è una struttura in acciaio con tubi e alette.
L’evaporatore infatti è formato da un insieme di tubazioni in cui viene spinto l’ossigeno grazie alla pressione del serbatoio, in questo modo durante il percorso si riscalda acquisendo calore dall’ambiente esterno e si trasforma dallo stato liquido a quello gassoso.
Alla fine del percorso l’ossigeno può così arrivare ai pazienti alla giusta pressione e temperatura.
Si tratta di un componente semplice che è però l’anello fondamentale del sistema. Senza l’evaporatore, infatti, non si potrebbe stoccare ossigeno in forma liquida e sarebbero necessarie enormi bombole di ossigeno a pressioni anche di 10 volte maggiore di quella presente nel serbatoio criogenico, con conseguente aumento dei rischi e dei costi.
Come sempre facciamo ora riferimento alla sicurezza del macchinario. L’evaporatore ha due sistemi per prevenire i due incedenti che possono verificarsi:
- la non completa evaporazione dell’ossigeno liquido e
- l’aumento della pressione al suo interno.
Nel caso in cui una parte di ossigeno non sia evaporata e arrivi all’uscita del componente ancora allo stato liquido, c’è una valvola apposita che serve a riconosce subito l’anomalia e a bloccare automaticamente l’erogazione così evitare che il liquido estremamente freddo possa arrivare a contatto con persone o parti non idonee al suo passaggio.
Inoltre c’è un sistema di valvole per evitare casi di sovrapressione che intervengono nel remoto caso in cui il sistema non sia più in equilibrio, esse si azionano automaticamente e fanno uscire il gas in eccesso.
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