Gentili dottori, ho 68 anni, faccio l’informatore medico e da sempre pratico sport: in palestra, step, pesi, fitness, sci, nuoto, canoa e lunghe camminate.
Qualche mese fa, ho iniziato ad avere piccolo dolore alla gamba sinistra, che piano piano è andato sempre aumentando, dall’inguine al ginocchio. Da una tac è risultata una ernia del disco, poi da una risonanza, due protrusioni. A questo punto sono andata da un Fisiatra della mia città il quale ha richiesto una risonanza dell’anca, dalla quale risulta una necrosi all’anca.
Sono morta dallo spavento, ora ho fatto fisioterapia con tecar e magnetoterapia e farmaci, ma con scarsi risultati.
Desidererei sapete se la camera iperbarica, può essermi d’aiuto per alleviare il dolore, visto anche che devo lavorare, ed evitarmi almeno per ora l’intervento chirurgico che tanto mi spaventa.
Grazie mille
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Risponde il dott. Luigi Santarella,
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna,
Master di II° livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica
Ordine Dei Medici di Ravenna N° 3151
Buongiorno e grazie per la stima e l’attenzione.
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) è una terapia di comprovata efficacia come approccio non invasivo dell’osteonecrosi asettica della testa del femore e di altri segmenti ossei.
La prognosi risulta tanto migliore quanto precoce è la diagnosi e il trattamento: per questa ragione è fondamentale verificare il grado e lo stadio della patologia che ti affligge.
Tramite una radiografia (rx) e una risonanza magnetica (rmn) è appunto possibile evidenziare lo stato del danno osseo.
Quando il danno non comporta un appiattimento della testa femorale, il quadro è ancora suscettibile all’azione dell’OTI con obiettivo di guarigione o miglioramento sostanziale.
L’OTI, grazie alle sue azioni antiedemigine, neoangiogenetiche e stimolanti la deposizione di nuovo tessuto osseo, può determinare riduzione della sintomatologia doloroso, migliorare la sofferenza vascolare e “irrobustire” l’osso colpito.
I percorsi terapeutici prevedono erogazione delle prestazioni tramite Sistema Sanitario Nazionale nei limiti descritti sopra e il protocollo prevede presso AUS Bologna, un ciclo fino a 90 sedute OTI da eseguire giornalmente dal lunedì al venerdì e della durata di 90 minuti a seduta. Di norma il ciclo si programma fino a 50 sedute poi la patologia viene rivalutata tramite RX, RMN e visita ortopedica e in questa sede viene stabilito se è necessario il proseguo con ulteriori 40 sedute o se vi è stata risoluzione del quadro clinico.
Il mio consiglio quindi è di fare riferimento agli ortopedicici/fisiatri che l’hanno in cura per valutare il grado di danno da cui è affetta e, ove ritenuto appropriato, sviluppare un percorso terapeutico/riabilitativo che può prevedere anche l’OTI.
Per qualsiasi ulteriore informazione non esitare a contattarci.
Un caro saluto,
Luigi Santarella
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