Oggi riprendiamo a parlare della consolle di comando delle nostre due camere iperbariche.
Nella foto qui a fianco potete vederla nella sua interezza: ci sono strumenti per analizzare parametri di funzionamento e comandi che vanno ad agire su valvole ed interruttori.
Oggi iniziamo a raccontarvi dei primi, gli strumenti per l’analisi dei dati che vengono forniti da sensori disposti in tutta la camera iperbarica.
Iniziamo dall’analizzatore dell’ossigeno in camera.
Questo strumento è importantissimo perché analizza ogni secondo l’ossigeno presente all’interno della camera iperbarica.
Come vi abbiamo raccontato nel post sui possibili incidenti, l’ossigeno ossigeno entra a far parte del “triangolo del fuoco” come comburente (sostanza che si combina con un combustibile in una reazione di combustione) e se e presente in percentuale elevata può risultare un fattore di rischio intollerabile che causa l’interruzione dell’utilizzo della camera iperbarica.
Lo strumento è collegato attraverso un “tubo rilsan” che preleva aria e la trasporta ad una cella dove viene analizzata la percentuale di ossigeno presente, che viene poi visualizzata su un display.
Lo strumento però non serve solo a misurare: infatti è provvisto di tre “soglie critiche” con relativi allarmi, che possono essere settati direttamente con valori scelti dal tecnico.
Il nostro, per esempio, rispetto al 21% che è la percentuale di ossigeno in atmosfera, ha impostiti come valori: il 19% come valore inferiore, il 22% come valore di attenzione e il 23% come valore superiore.
I due valori, superiore ed inferiore, non devono mai essere superati e nel caso siano raggiunti è fondamentale agire subito con una serie di procedure per abbassare la percentuale di ossigeno presente.
In particolare stiamo parlando di due manovre principali: innanzitutto bisogna trovare il punto di fuoriuscita dell’ossigeno all’interno della camera (solitamente è una maschera mal posizionata a un paziente) poi si procede con cosiddetto “lavaggio”.
Si tratta di una semplice apertura della mandata e dello scarico dell’aria in camera iperbarica in proporzione uguale, così da avere un ricircolo di aria all’interno dell’ambiente ma senza una sensibile variazione della sua pressione.
Queste azioni nella maggior parte dei casi portano alla risoluzione del problema con un rapido abbattimento della percentuale di ossigeno fino a raggiungere i livelli di sicurezza.
Nel caso in cui non fossero efficaci si deve interrompere la seduta e decomprimere la camera.
Siamo fieri di poter dire che questo fatto non è mai capitato al Centro Iperbarico di Bologna: il personale tecnico è molto preparato ed è sempre riuscito ad agire in modo efficace per prevenire incidenti di questo genere, oltre al fatto che facciamo revisionare regolarmente tutte le nostre strumentazioni.
Nelle prossime settimane proseguiremo a conoscere tutti gli altri strumenti fondamentali per il corretto funzionamento delle sedute di terapia iperbarica.
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