Negli ambulatori di medicazione del Centro Iperbarico di Bologna è arrivata la luce blu, un’importante alleata nella guarigione delle ulcere.
Un po’ di curiosità
La luce solare non è tutta uguale: una porzione “visibile” dello spettro elettromagnetico è composta da onde di lunghezze diverse caratterizzate da una frequenza ed un’energia specifiche che producono effetti biologici diversi sugli organismi viventi. Il dermatologo danese Finsen, insignito del Nobel per la medicina nel 1903 pubblicò uno studio sul trattamento del lupus vulgaris con una luce concentrata e ricca di UV generata da una lampada ad arco.
A seguito dello sviluppo delle sorgenti luminose laser negli anni 60 e, successivamente, l’avvento dei LEDs (Light Emitting Diodes), sorgenti luminose che emettono luce “monocromatica”, nasce la Biofotonica, una branca della Fisica che studia e sviluppa dispositivi medici per trattamenti diagnostico terapeutici.
L’effetto terapeutico della luce “BLU” avviene grazie alla presenza nei tessuti di molecole endogene capaci di assorbirla: i “cromofori”, che assorbono la luce e generano reazioni chimiche producendo cambiamenti conformazionali in alcune biomolecole. Questo processo, applicato alle lesioni cutanee, si traduce in effetti terapeutici benefici quali la riduzione del dolore e dell’infiammazione, l’immunomodulazione e l’induzione della guarigione delle ferite e della rigenerazione tissutale. Tale processo terapeutico è stato definito “Fotobiomodulazione” nel 2014 dalla North American Association for Laser Therapy e la World Association for Laser Therapy, in una conferenza congiunta.
La luce blu responsabile della fotobiomodulazione, utilizza luce visibile con lunghezze d’onda nella regione del blu (400-430 nm). Il suo meccanismo d’azione può essere spiegato con l’assorbimento di tale luce da parte di alcune molecole della catena di trasporto elettronico e dalle flavoproteine.
Nella catena di trasposto elettronica sono presenti il Citocromo C e la Citocromo C Ossidasi, emoproteine sensibili alla luce blu per la presenza in esse della Protoporfirina IX, cromoforo il cui spettro di assorbimento ha un picco intorno ai 410 nanometri. Una volta attivate, il Citocromo C e la Citocromo C Ossidasi contribuiscono ad incrementare la produzione di ATP; si determina un aumento dell’energia disponibile per le cellule, le quali possono intensificare la loro attività metabolica.
Tale azione può essere spiegata con l’assorbimento della luce da parte delle Flavine che, se eccitate, aumentano la produzione di ROS, trasduttori del segnale di numerosi pathways cellulari che generano angiogenesi. Un effetto dei ROS riportato in letteratura è la produzione di HIF-1α (Hypoxia-inducible factor 1-alpha), fattore che promuove l’angiogenesi, aumentando l’apporto nutritivo e l’ossigeno nel letto della ferita, tramite il rilascio di fattori proangiogenetici come il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) e tramite l’induzione della eNOS (endothelial Nitric Oxide Synthase).
In studi preclinici la luce blu ha dimostrato di modulare l’attività dei Fibroblastiestratti sia da pelle sana che da tessuto cheloide; i fibroblasti intervengono nella fase di rimodellamento dei tessuti.
Luce blu e lesioni cutanee
La luce blu trova impiego nelle lesioni acute e croniche quali ulcere vascolari (venose, miste e arteriose), deiscenze chirurgiche, ulcere infiammatorie (vasculiti), ulcere post-traumatiche, ulcere di origine sclerodermica, ulcere neuro-ischemiche del piede diabetico, ulcere da pressione e siti di innesto cutaneo, in pazienti con età maggiore di 16 anni. Non vi sono specifiche restrizioni sulla sua applicazione se non sulle lesioni neoplastiche e sui pazienti affetti da porfiria.
Nella nostra specifica esperienza abbiamo applicato la luce blu su alcuni pazienti con ulcere reumatiche, da pressione, arteriose e miste.
Con grande piacere abbiamo potuto osservare un netto miglioramento del fondo lesionale, ed una “spinta” in più verso la guarigione, una riduzione del dolore e dell’infiammazione di alcune lesioni.
Bibliografia:
- Photobiomodulation of Human Fibroblasts and Keratinocytes with Blue Light: Implications in Wound Healing. Francesca Rossi,1 Biomedicines. 2021 Jan; 9(1): 41. Published online 2021 Jan 5. doi: 10.3390/biomedicines9010041
- Blue light emission in the management of hard-to-heal wounds Valentina Dini 1 Biomedicines. 2021 Jan; 9(1): 41. Published online 2021 Jan 5. doi: 10.3390/biomedicines9010041
Sitografia:
- www.emoled.it
Chiara Campomori
Infermiera responsabile ambulatorio medicazione
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