E’ stato definito il recordman delle immersioni in apnea, il primatista italiano al mondo, il primo a scendere sotto i 100m, il sub italiano signore degli abissi…lo ricorderete tutti: è Enzo Maiorca. A un anno dalla sua morte lo ricordiamo per la sua passione, per l’attenzione che ha avuto alle tematiche ambientali e per l’impegno civile. Un uomo determinato, coraggioso, estremamente consapevole delle proprie capacità. Le imprese sportive e i primati mondiali hanno costellato la sua vita. La sua ira durante la diretta televisiva del 1974 quando, mentre tentava di stabilire un nuovo record fu accidentalmente ostacolato da un sub della Rai, non è che un colorato ricordo.
La sua grande passione coinvolse anche le figlie Patrizia e Rossana (morta di cancro a 44 anni) entrambe vincitrici di record mondiali di immersioni. L’amore per il mare, per la sua terra, per la sua città, Siracusa, gli è valsa la medaglia d’oro al merito nel 2004. Scrittore e senatore è stato insignito del riconoscimento perché «Figura di spicco nello sport subacqueo, il senatore Enzo Maiorca nel corso della sua brillante carriera agonistica ha conseguito risultati eccezionali e preziosi riconoscimenti sia in patria sia all’estero, indissolubilmente legato al mare, che ama e rispetta, ha dominato la scena mondiale dell’immersione in apnea per un trentennio, prodigandosi, inoltre, con passione e determinazione per la salvaguardia del patrimonio naturalistico marino, limpido esempio di amore per il mare, inteso come ragione di vita, ha contribuito, con la sua opera e la sua esaltante attività sportiva, ad accrescere il prestigio e lustro della marineria italiana in tutto il mondo».
Anche se il “riflesso di immersione” è forte in tutti i mammiferi, in particolare nell’uomo, l’apnea resta uno sport che ha molti rischi e che necessita di una grande concentrazione perché quando si è in apnea l’unica compagnia è il mare, per il resto si è soli. Per raggiungere gli obiettivi è necessaria una preparazione atletica e mentale, come direbbe Enzo Maiorca “Il segreto dell’immersione è questo: l’uomo deve trovare in sé quella forza che lo sprovvede, lo libera di quella carne tremolante che è il suo limite” .
D’altronde cos’è l’apnea se non una sfida con se stessi? A distanza di un anno dalla sua scomparsa vogliamo ricordare questo grande uomo per la grinta e il coraggio con cui ci ha dimostrato che non sono 5m metri a fare la differenza ma è come disponiamo dell’ossigeno che abbiamo per andare avanti.
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