Nell’ambiente che ci circonda si trovano vari tipi di gas: è la semplice aria che respiriamo in ogni istante.
L’insieme delle sostanze presenti forma l’atmosfera terreste e ha la pressione di 1 bar (il bar è un’unità di misura della pressione nel sistema CGS, centimetro-grammo-secondo).
Quando si fa la terapia iperbarica l’ossigeno deve raggiungere in quantità elevate ogni parte del corpo, per questo motivo si sfrutta un aumento della pressione.
Ma come facciamo ad aumentare la pressione dell’aria?
Nel primo articolo dedicato agli aspetti tecnici della camera iperbarica vi abbiamo raccontato come funziona la linea Aria, il complesso sistema paragonabile al sistema circolatorio del corpo umano.
I macchinari da cui parte tutto sono i compressori: i nostri “cuori pulsanti” che comprimono l’aria presente nell’ambiente e la spingono, attraverso tutti gli altri componenti, fino alla Camera Iperbarica.
I compressori del Centro Iperbarico sono della ditta Mattei, italiana, e funzionano con un movimento rotativo a palette. Questo tipo di compressore usa una tecnologia tradizionale, consolidata: sono i migliori per efficacia e affidabilità, infatti sono quelli più largamente usati in campi molto specializzati come ad esempio la robotica.
Entriamo ora nella parte più tecnica e scopriamo come funzionano!
Le palette (che vedete nell’immagine) sono spinte fuori dalla forza centrifuga e comprimono l’aria intrappolata tra loro.
La diminuzione del volume tra i due cilindri fa in modo che l’aria precedentemente intrappolata venga compressa aumentando in questo modo la pressione.
All’interno del compressore c’è poi dell’olio che serve per lubrificare e refrigerare i componenti meccanici, e viene diviso dall’aria da un separatore aria/olio.
Ogni compressore può pompare fino e 4,9 metri cubi di aria al minuto (4900 litri), cioè l’equivalente di ben 30 vasche da bagno piene al minuto!
L’ aria viene compressa ad una pressione massima di 10,5 bar, così che in camera iperbarica si arriva ad una pressione di 2,5 ATA (atmosfera tecnica assoluta, che è l’unità di misura della pressione assoluta e tiene sempre presente il fatto che il nostro ambiente è già a 1 ATA di pressione).
Tutta la pressione prodotta in più che resta a disposizione serve ad avere sempre un ampissimo margine di sicurezza.
Vi abbiamo presentato il primissimo step per capire come riusciamo a portare in camera iperbarica l’aria buona per le vostre terapie, ed è solo l’inizio!
Se siete curiosi di saperne di più non dimenticate di seguirci tra due settimane con la prossima “lezione tecnica” e se avete domande scriveteci pure, i nostri tecnici saranno felici di togliervi ogni dubbio!
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