Dopo aver seguito l’ossigeno in tutto il suo percorso oggi entriamo in camera iperbarica!
Siamo partiti dal serbatoio criogenico che contiene ossigeno liquido, dopo vari passaggi in tubi e tubicini siamo arrivati al quadro che ci permette di scegliere quale miscela dare ai nostri pazienti e ora, finalmente, vedremo insieme cosa avviene durante le sedute nella camera.
Una camera di decompressione è un apparato in grado di sopportare la pressione di aria al suo interno (la pressione è superiore a quella atmosferica).
Attraverso tre tubazioni separate l’ossigeno entra all’interno della camera e una valvola con rubinetto permette di intercettare e aprire o chiudere la linea.
Lungo la tubazione troviamo delle diramazioni che terminano ognuna con un erogatore: ognuno di essi andrà a servire il paziente seduto in quel posto. L’erogatore è un congegno semplice che si usa abitualmente nelle immersione con autorespiratore ad aria, nel caso della subacquea viene chiamato secondo stadio.
In pratica quando i nostri pazienti si sottopongono alla terapia iperbarica fanno un’immersione, senza bagnarsi!
Gli erogatori sono dispositivi a richiesta, questo vuol dire che l’ossigeno presente nella linea esce solo quando un paziente collegato fa una inspirazione.
L’unica differenza con gli erogatori utilizzati dai subacquei è che quelli utilizzati in camera iperbarica sono stati “bonificati”. Si tratta di una procedura che si deve effettuare per qualsiasi attrezzatura entri in contatto con miscele contenenti una percentuale di ossigeno superiore al 50% e comporta l’utilizzo di particolari guarnizioni e l’assenza di lubrificanti.
Attaccato all’erogatore c’è una mascherina oronasale in silicone che permette di isolare la via respiratoria del paziente dall’aria ambiente facendo in modo che respiri solo l’ossigeno che arriva attraverso l’erogatore.
Naturalmente vi è anche un tubo di scarico che convoglia l’espirazione di ciascun paziente all’esterno della camera.
Con questo ultimo passaggio concludiamo la linea dell’ossigeno, speriamo di avervi tolto qualche curiosità particolare sull’impianto iperbarico.
Dal prossimo articolo si cambia argomento: parleremo di sicurezza e di acqua, tanta acqua…
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