Nel nostro ultimo articolo tecnico di un paio di settimana fa, siamo arrivati a raccontare come l’ossigeno, partito da una grande cisterna in cui era contenuto allo stato liquido, abbia raggiungo lo stato gassoso grazie al passaggio attraverso le condotte e i tubicini dell’evaporatore. La sua temperatura è passata dai glaciali -180° a raggiungere quella atmosferica, poi è passato attraverso la valvola finale dell’evaporatore: come farà ora a raggiungere le camere iperbariche?
Innanzitutto il processo è stato “controllato” da una valvola posta alla fine della tubazione dell’evaporatore che ha assicurato il passaggio dell’ossigeno ed evitato qualsiasi incidente.
A questo punto il gas ha una pressione altissima che è necessario ridurre: si trova a 13 bar all’uscita dall’evaporatore e viene portato a 10 bar, a questo punto incontra la prima valvola unidirezionale.
La valvola si chiama unidirezionale perché permette il transito solo in un verso, in questo modo si impedisce che le contaminazioni della linea non possano arrivare fino al serbatoio principale.
L’ossigeno passa quindi dentro al gabbiotto delle derivazioni, che abbiamo visto anche per la linea aria, qui si congiunge con la rampa d’emergenza. Anche per la linea dell’ossigeno ci sono ben due sistemi di sicurezza per rifornire le camere iperbariche durante la terapia nel caso in cui ci fossero dei problemi con il serbatoio principale.
Il backup è fornito da due pacchi bombole di Ossigeno da 50 litri alla pressione di 200 bar, alle quali è collegato un primo riduttore di pressione per farla diminuire e farle raggiungere circa 10 bar.
Nel caso di un problema, come per esempio una caduta di pressione nella linea principale o un’anomalia del serbatoio criogenico, viene attivata automaticamente l’uscita dell’ossigeno dalle linee di backup senza alcuna interruzione del flusso alla camera iperbarica.
Dopo che le linee si sono congiunte vi è un ulteriore riduttore di pressione che la porta da 10 bar dell’entrata agli 8 bar all’uscita.
A questo punto l’ossigeno ha una pressione e una temperatura ottimale per raggiungere l’ultimo apparato prima di entrare in camera.
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