Dopo la panoramica generale con cui abbiamo dato il via a questo nuovo “viaggio” per saperne di più sull’ossigeno che viene impiegato nella terapia iperbarica, in questo articolo affrontiamo il primo componete della “linea ossigeno”, il principale: il serbatoio criogenico.
Dentro il serbatoio è contenuto l’ossigeno liquido, stoccato in questa forma perché alla forma liquida ogni litro corrisponde a circa 22 metri cubi allo stato gassoso. Potete immaginare il risparmio di spazio che si ottiene in questo modo!
Pensate che il serbatoio che abbiamo al Centro Iperbarico di Bologna è così grande che possiamo trattare circa 1200 pazienti prima di doverlo riempire di nuovo.
Per mantenere l’ossigeno liquido sono necessari due fattori: una pressione maggiore rispetto a quella atmosferica e un contenitore che riesca a non disperdere la temperatura di circa -180° centigradi.
Per fare questo il nostro serbatoio è costruito come un grande thermos.
Ne avrete sicuramente avuto uno: mettiamo nel thermos il caffè o il the caldo che rimane alla sua temperatura per molto più tempo che dentro una normale bottiglia, questo perché il contenitore è in realtà costruito da 2 involucri, uno dentro l’altro e nel mezzo ha il vuoto, cioè è stata tolta tutta l’aria presente.
In questo modo il calore non si trasmetta dal contenitore interno, che contiene il nostro liquido, a quello esterno che è in contatto con l’ambiente.
Nel serbatoio il principio è lo stesso ma si lavora al contrario: è infatti necessario mantenere il freddo dentro il serbatoio in modo che l’ossigeno rimanga liquido ed evitare che questo freddo si disperda all’esterno. Per questo, come vedete dalla foto, ci sono: un serbatoio interno che contiene il liquido, uno esterno a contatto con l’ambiante e tra i due c’è un’intercapedine che protegge la dispersione del freddo.
La particolarità di questo sistema è data anche dal fatto che è completamente autonomo: non bisogna far nulla per mantenere l’ossigeno allo stato liquido e si ha un’erogazione del gas in base alla richiesta delle persone che stanno facendo la terapia in camera iperbarica.
Per ragioni di sicurezza nel serbatoio sono presenti delle valvole che scaricano nell’aria l’ossigeno nel caso in cui la pressione si innalzasse oltre i valori di massima (ad esempio, in caso di incendio, la temperatura elevata farebbe evaporare il liquido aumentando la pressione all’interno del serbatoio); inoltre ha un basamento in cemento armato in cui c’è una vasca che può accogliere il liquido in caso di perdita.
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