Salve,
mi chiamo Paolo ed ho 36 anni, sono un tecnico di elicotteri e da un po’ di tempo sto soffrendo di acufeni. In alcuni frangenti (anche se in modo sporadico) si sono dimostrati a volte invalidanti nelle attività quotidiane diurne, sia sociali che lavorative. Dopo svariate visite, esami con prenotazioni anche molto lunghe, (alla fine ho fatto quasi tutto da privato), non sono arrivato ancora ad una “causa”, di fatti ho svolto:
– svariati test audiometria tonale, che confermano una perdita di udito;
– impedenziometria;
– test di funzionalità tubarica;
– acufenometria;
– ABR;
– vemps oculari e cervicali;
– stabilometria;
– VNG con prove caloriche bi-termiche;
– esame vHIT.
La mia odissea è iniziata circa una anno fa, nel Marzo 2014, a seguito di un volo e all’effettuazione di alcune prove (repentina discesa da altitudine con conseguente aumento di pressione barometrica) ho avvertito una forte pressione alle orecchie, poiché da qualche anno mi dilettavo con il praticare a livello dilettantistico pesca in apnea e quindi con un minimo di conoscenza sulla compensazione ho cercato di effettuarla ma con risultati vani.
In quel singolo episodio il dolore ha avuto una durata di pochi secondi e trascorso qualche minuto sembrava tutto finito con nessun trauma.
A distanza di una settimana circa ho iniziato ad avere delle forti vertigini che mi hanno costretto a rivolgermi al medico di famiglia che mi ha prescritto del Vertiserc, il quale dopo un paio di giorni ha risolto il problema, ma (non so se legato alla sua assunzione) mi ha provocato dei forti mal di testa a livello delle tempie.
Dopo alcuni giorni mi sono rivolto di nuovo al mio medico che mi ha subito intimato di sospendere il trattamento. Passati altri 2 giorni il mal di testa svaniva ed iniziavo a notare nei momenti di silenzio più assoluti un flebile sibilo all’orecchio destro.
Da allora mi sono messo alla ricerca di una causa e di una soluzione che al giorno d’oggi continua a peggiorare e a rendere la mia vita sempre più difficile.
Gli ultimi esami su in elenco mi sono stati fatti eseguire da uno specialista che mi aveva promesso di riuscire a far qualcosa, quantomeno di riuscire a capire quale fosse il problema e a cosa sarei dovuto stare attento.
Per ora siamo arrivati al punto tale che lo specialista senza ancora pronunciare una sentenza, nonostante gli innumerevoli esami e visite privati, mi ha “consigliato” di rivolgermi (sempre del loro centro a San Donà di Piave) per la gestione delle patologie ansiogene che potrebbero derivare da questo tipo di problemi.
Il mio lavoro purtroppo mi porta ad essere a rischio con forti rumori (nonostante le protezioni in dotazione) ed a delle volte a degli sbalzi di pressione.
Vi chiedo scusa se ho scritto tanto, ma ce ne sarebbe anche dell’altro visto che negli ultimi periodi ho sviluppato una certa sensibilità al freddo che mi provoca subito la congestione delle vie nasali, all’orecchio sinistro con un paio di episodi di ipersensibilità e a delle cefalee ricorrenti accompagnate da senso di nausea.
Aggiungo inoltre, che l’acufene all’orecchio destro non è mascherabile.
Volevo conoscere se questo tipo di trattamenti con la camera iperbarica potrebbero giovare al mio problema?
Grazie, distinti saluti
Paolo.
Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buongiorno Paolo,
comprendo il disagio che si prova a convivere con acufeni che non lasciano momenti di tregua, senza poter vedere una possibile via per risolvere il problema.
In questi casi, accade spesso che nonostante i molti esami prescritti per accertare la funzionalità dell’apparato uditivo e vestibolare, non si riesca a riconoscere la causa del problema, che rimane palese solo al paziente che lo vive in prima persona.
Da ciò che mi dice sembra possibile ipotizzare che il suo problema sia sorto a causa di un barotrauma dell’orecchio interno: cioè un problema che deriva dalla ritardata compensazione durante il volo che abbia danneggiato la parte neurologica dell’orecchio causando la perdita di udito, le vertigini e l’acufene.
Ovviamente, per essere sicuri di questo occorrerebbe procedere con una visita e prendere visione degli esami.
Purtroppo, a distanza di più di un anno, l’acufene è divenuto cronico e particolarmente difficile da curare.
L’ossigenoterapia iperbarica ha indicazione nel trattamento dell’ipoacusia e dell’acufene conseguenti a barotrauma dell’orecchio interno, in fase acuta, ovvero a breve distanza dall’evento (entro 3 mesi).
Quando il problema si cronicizza, la possibilità di avere buoni risultati si riduce molto, anche se in alcuni casi abbiamo potuto vedere ridotta l’intensità dell’acufene con grandi benefici per il paziente.
Fare terapia iperbarica in questo caso, significa preventivare un numero di sedute che vada da 10 a 20, da svolgere quotidianamente 5 volte alla settimana, dal lunedì al venerdì con riposo il fine settimana.
Spero di averle dato le informazioni che cercava, anche se mi rendo conto di non averle dato solo belle notizie.
Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti o per una visita presso il Centro Iperbarico di Bologna, le lascio il numero della nostra segreteria per contattarci quando preferisce 051/6061240.
Saluti
Dott. Ferruccio Di Donato
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Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buongiorno Paolo,
comprendo il disagio che si prova a convivere con acufeni che non lasciano momenti di tregua, senza poter vedere una possibile via per risolvere il problema.
In questi casi, accade spesso che nonostante i molti esami prescritti per accertare la funzionalità dell’apparato uditivo e vestibolare, non si riesca a riconoscere la causa del problema, che rimane palese solo al paziente che lo vive in prima persona.
Da ciò che mi dice sembra possibile ipotizzare che il suo problema sia sorto a causa di un barotrauma dell’orecchio interno: cioè un problema che deriva dalla ritardata compensazione durante il volo che abbia danneggiato la parte neurologica dell’orecchio causando la perdita di udito, le vertigini e l’acufene.
Ovviamente, per essere sicuri di questo occorrerebbe procedere con una visita e prendere visione degli esami.
Purtroppo, a distanza di più di un anno, l’acufene è divenuto cronico e particolarmente difficile da curare.
L’ossigenoterapia iperbarica ha indicazione nel trattamento dell’ipoacusia e dell’acufene conseguenti a barotrauma dell’orecchio interno, in fase acuta, ovvero a breve distanza dall’evento (entro 3 mesi).
Quando il problema si cronicizza, la possibilità di avere buoni risultati si riduce molto, anche se in alcuni casi abbiamo potuto vedere ridotta l’intensità dell’acufene con grandi benefici per il paziente.
Fare terapia iperbarica in questo caso, significa preventivare un numero di sedute che vada da 10 a 20, da svolgere quotidianamente 5 volte alla settimana, dal lunedì al venerdì con riposo il fine settimana.
Spero di averle dato le informazioni che cercava, anche se mi rendo conto di non averle dato solo belle notizie.
Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti o per una visita presso il Centro Iperbarico di Bologna, le lascio il numero della nostra segreteria per contattarci quando preferisce 051/6061240.
Saluti
Dott. Ferruccio Di Donato
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