Buongiorno dottore, da recenti cefalee mi è stata prescritta risonanza magnetica encefalo e colonna cervicale dalla quale è risultato tutto nella norma tranne: “Esito micromalacico in corrispondenza della testa del nucleo caudato sinistro. Alcune aree gliotiche si rilevano in sede lenticolo-capsulare esterna, bilateralmente”.
A seguito di ciò ho eseguito visita cardiologica con elettrocardiogramma ed ecocardiogramma da cui è risultato tutto a posto.
Poi ho effettuato visita dal neurologo che non ha riscontrato problemi neurologici, ma a fronte dell’esito della risonanza mi ha prescritto aspirina e approfondimenti cardiologici con test transcranico microbolle.
Quindi con lo strumento dell’ecografo sulla tempia destra, si è osservato un passaggio di molte bolle senza aver bisogno di effettuare sforzo, ma semplicemente iniettando la soluzione nel braccio. La dottoressa che ha effettuato l’esame, ha detto che non è necessario fare l’ecografia transesofagea, in quanto le bolle sono passate addirittura senza dover effettuare lo sforzo, quindi il forame pervio – PFO c’è.
Inoltre, dopo il test, mi ha confermato il tutto facendomi una ecografia sul cuore con la quale vedeva (seppur con difficoltà) la parete in questione assottigliata.
Per cui sto assumendo aspirina.
A questo punto mi sorgono dei dubbi e cioè: circa la convenienza di effettuare ecografia transesofagea per appurare l’entità (dimensione) del PFO; ed inoltre (questo non l’ho fatto presente al cardiologo pensavo non ci fosse correlazione con passaggio microbolle nell’ecografia transcranica con i polmoni) visto che io nel 2008 ho avuto una polmonite con focolai multipli, curata con vari antibiotici in due settimane in ospedale; e poi per vari controlli, qualche mese dopo, venne fuori da esami del sangue una positività alla clamidia pneumoniae che curai con antibiotico.
Mi chiedo se ci possa essere qualche passaggio anche a livello dei polmoni, ed in tal caso se ci sono esami da poter effettuare per appurare tale situazione.
Grazie
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Risponde il Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Bologna, dott. Ferruccio Di Donato
Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Bologna
Specializzazione in Medicina del Nuoto e delle attività subacquee – istituto di fisiologia umana Università di Chieti
Ordine Dei Medici di Bologna N° 11812
Buongiorno Maria,
il PFO è un tramite presente nel setto interatriale, dovuto alla sua persistenza dalla vita fetale, che permette il passaggio di sangue dall’atrio dx a quello sx, soprattutto quando aumenta la pressione all’interno del torace (come quando si solleva qualcosa di pesante e si fa uno sforzo trattenendo il respiro) o addirittura, in condizioni basali.
Il PFO non è una malattia, ma una variante della normalità, essendo presente, se pur con dimensioni variabili, in circa 1/3 della popolazione sana.
Qualora attraverso il PFO dovessero passare dei micro emboli, si potrebbe verificare un embolia cerebrale paradossa, che se sintomatica, si manifesta come un ictus (ictus criptogenetico), se asintomatica si manifesta con lesioni alla RM cerebrale, simili a quelle che tu descrivi.
Quando venga riscontrato un PFO di grandi dimensioni, con shunt (passaggio) dx>sx già in condizioni basali, ma senza che il paziente sia stato colpito da ictus, la terapia che viene prescritta è l’anti aggregante (ASA); in caso di ictus, viene introdotta anche la terapia anticoagulante con warfarin e valutata l’eventualità di chiusura percutanea del PFO mediante apposizione di Amplatzer.
Nel tuo caso, sembrerebbe evidente che le piccole e asintomatiche lesioni cerebrali siano conseguenti a microembolie paradosse, quindi la valutazione del PFO deve essere fatta in maniera completa.
L’ecodoppler trans cranico con contrasto è stato sufficiente a valutare che il passaggio di bolle, avviene in grande quantità (effetto tendina) anche in condizioni basali, facendo presumere un grande PFO, ma senza vederlo con certezza.
In particolare, non è possibile essere certi che le bolle arrivino dal PFO e non da un’anomalia a livello del circolo polmonare (fistola artero-venosa) che, in ogni caso, nulla avrebbe a che fare con le infezioni polmonari che descrivi.
Facendo un ecocardiogramma con contrasto (con la medesima metodica usata per ecodoppler trans cranico) è possibile verificare se il passaggio di bolle avvenga attraverso il setto interatriale e se sono presenti altre anomalie, come l’aneurisma del setto, che aumentano la probabilità di complicazioni.
Qualora da questa semplice indagine, si accertasse un PFO di grandi dimensioni e il team composto da neurologo vascolare e cardiologo lo ritenessero appropriato, allora, si dovrebbe procedere all’ecocardiogramma trans esofageo, indagine necessaria per stabilire se il PFO possa e/o debba essere chiuso con l’Amplatzer.
L’indicazione alla chiusura aumenta in presenza di concomitanza di altre patologie emboli gene, come le tromboflebiti agli arti inferiori.
Spero di avere chiarito i tuoi dubbi.
Qualora avesse necessità di ulteriori informazioni non esiti a contattarci scrivendo a scrivici@iperbaricobologna.it.
Saluti,
Ferruccio Di Donato
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